sabato 15 giugno 2013

Bicicletta volante: una mera trovata pubblicitaria

E' stato presentato in settimana a Praga un prototipo di bicicletta volante, e l'episodio ha avuto un enorme riscontro nei media (esempi: il servizio del Tg1  e quello di Repubblica Tv).
Osservandolo con sguardo critico e tecnico il prodotto può essere commentato nel modo in cui Fantozzi commentò la Corazzata Potemkin. Si tratta (come potete notare dal video a fondo pagina e dall'immagine) di un telaio di bicicletta, peraltro di aspetto piuttosto tozzo, circondato da 4 eliche, due più grandi, posizionate davanti e dietro, per il movimento ascensionale, e due laterali, più piccole, utilizzate come stabilizzatori e come dispositivo direzionale. Il tutto per un peso di 95 kg, e un'autonomia di 5 minuti, utilizzando 6 batterie. Nella dimostrazione alla guida del veicolo è stato inserito un manichino, ed il mezzo è stato telecomandato.
Ci sono due motivi per cui possiamo intuire che si sia trattato soltanto di una mera operazione pubblicitaria, e ci arriviamo dopo alcune considerazioni.
Cos'è, in concreto, questa bicicletta volante? Un piccolo elicottero elettrico per il trasporto di una persona. Perchè allora montarlo su una bicicletta? Avrebbe senso se le pale fossero azionate a pedali, se ci fosse un sistema per ricaricare la batteria durante il volo pedalando, se il mezzo necessitasse di raggiungere una velocità orizzontale di 20-30 km orari per decollare... ma le pale sono azionate da un motore elettrico (e la potenza sviluppata sarebbe ben difficile da raggiungere dalla trazione umana), l'energia necessaria per caricare le batterie e la velocità a cui viene consumata non è compatibile con una carica "a pedale", e il veicolo è a decollo verticale, quindi parte "da fermo". A queste considerazioni aggiungiamo che in tutti i media la bicicletta volante è stata presentata come "realizzata da tre aziende della Repubblica Ceca", ma che ad essere intervistato sia sempre stato Milan Duchek, direttore tecnico della Duratec, azienda che si occupa, guarda caso, di produzione di telai di biciclette, e che d'ora in avanti sarà associata alla "bicicletta volante", con un ritorno di immagine enorme.
Passiamo a un po' di considerazioni tecniche per cui il prototipo pare difficilmente utilizzabile nella realtà: il peso, difficilmente e faticosamente gestibile su una bicicletta negli spostamenti orizzontali, ed eccessivo per il volo (aggiungendogli una persona vera alla guida, con scarpe, vestiti, casco e bagagli), l'autonomia di soli 5 minuti, la grandezza del mezzo (decisamente più vicino a quello di un'auto che a quello di una bici) e la pericolosità (cadere da 4 metri con una bicicletta di 100 kg al seguito e circondato da pale rotanti non dev'essere piacevole). Se togliamo la sponsorizzazione della marca di biciclette possiamo dire di aver assistito alla prova di un elicottero elettrico monopasseggero, un veicolo che invece potrebbe avere un futuro, ma sicuramente con un diverso tipo di collocazione del pilota (probabilmente con la versione leggera di un abitacolo da auto di formula uno, o direttamente di un aereo ultraleggero), anche se rimangono delle perplessità: immaginate che un domani tutti i motociclisti e scooteristi che vedete oggi sfrecciare ai semafori delle città si spostino con un mezzo del genere: bisognerebbe perlomeno riscrivere totalmente il codice della strada, e si creerebbero situazioni pericolose a non finire. Ma queste perplessità sono probabilmente le stesse che ci furono all'invenzione delle biciclette e poi delle auto.
Chiudiamo con un'ultima considerazione: nel 2013 stiamo ancora sviluppando i progetti originali di Leonardo Da Vinci.

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