giovedì 28 gennaio 2016

Perchè sui social tutti sentono l'esigenza di dare la propria opinione su tutto?

Conclusione finale

Ognuno sui social dice la propria su qualsiasi cosa per non fare la figura di quello che non ha capito una fava, ed è più ignorante del suo vicino di casa. Perciò ci tiene ad affermare pubblicamente di avere lo stesso esatto grado di ignoranza del suo vicino. Oppure, al contrario, di essere l'unico intelligente in mezzo ad un branco di cretini, e cercando quindi l'approvazione di quanti si sentano intelligenti come lui.


Lunga introduzione che è possibile saltare.

Il mio elettricista è un ottimo elettricista. Mi fido di lui per quanto riguarda i relè, per l'intricata rete di cavi che attraversa casa mia, per sostituire e regolare componenti dei quali io neanche lontanamente intuisco la funzione. Per tutto ciò, io del mio elettricista mi fido. Per quanto riguarda invece i problemi intestinali del mio cane invece no. Se il mio cane si dovesse ammalare, mai e poi mai lo affiderei al mio elettricista, perchè sarà pure un bravo elettricista, ma non credo abbia invece le competenze per curare un animale. Magari ha avuto un cane pure lui, per carità, ma anche se il suo avesse avuto la stessa problematica del mio, saranno sempre due cani diversi, con reazioni diverse, e perciò, se mi si ammala il cane, tra l'elettricista e il veterinario, io scelgo il veterinario.
Andando dal veterinario (teniamo conto, in questo esempio, che il cane non è così grave) mi fermo a fare la spesa. Non chiedo al salumiere un parere sulle cure per l'influenza intestinale nei cani, neanche alla cassiera, neanche alla promoter dei biscotti (fossero almeno biscotti per cani) e nemmeno di nuovo all'elettricista, che incontro per caso in coda.
Tutti questi soggetti però, si sentono in dovere di dire la loro su cose ben più serie della salute del mio cane (che comunque, in realtà, gode di ottima salute).
Il garzone del panettiere ha espresso in questi giorni su facebook una sua approfondita disanima sulla questione dell'integrazione etnica tra i cosiddetti "nomadi" e gli italiani nelle periferie metropolitane del nord Italia. L'autista del pullman si è invece voluto produrre sulla normativa riguardante le adozioni da parte di un partner dei figli del suo partner all'interno di una coppia omosessuale.

Fine dell'introduzione.

Spiegazione.

Immaginate una messa di quelle "di una volta", con il parroco che al momento della cerimonia sale sul pulpito e da lì spiega ai fedeli non solo il vangelo, ma anche i fatti di attualità. Il parroco era spesso l'unica persona con un'istruzione elevata nel paese, e perciò si faceva da interprete delle notizie per i fedeli, che non avevano mezzi per capirli (ovviamente interpretandoli secondo la propria ideologia). Ora immaginate se al posto del parroco, per caso, sul pulpito si trovasse uno qualsiasi dei suoi parrocchiani. Cosa farebbe? Probabilmente sarebbe imbarazzato e scenderebbe. Se però dopo di lui ne salisse un altro, che si mettesse a sparare la propria opinione (sensata o meno), anche quello di prima potrebbe pensare "ma se l'ha fatto lui allora anche io potrei dire la mia", e salirebbe a dirla, sensata o meno che sia. Ora, se però quest'ipotesi fosse molto poco sensata, un po' ridicola, per dire, questo personaggio verrebbe denigrato da tutti. Lo stesso trattamento subirebbe anche chi portasse un'ipotesi molto sensata, ma non comprensibile a tutti, o della quale lui stesso, pur avendola intuita, non ha gli strumenti per spiegarla. Chi potrebbe avere quindi il plauso generale? Chi dal pulpito lanciasse un'interpretazione molto semplice, in linea con quella espressa dall'oratore precedente, già applaudito, un'interpretazione popolare e semplice, magari un po' grezza, comprensibile da tutti. E se qualcuno decidesse di non salire sul pulpito, al contrario di tutti gli altri? Cosa ne penserebbe la maggioranza, che sul pulpito c'è salita e ha declamato l'interpretazione popolare? Probabilmente che quella è una persona stupida, che non ha capito l'interpretazione che va per la maggiore, o ancor peggio che ha un'opinione diversa, "strana", magari sovversiva. E allora, ci si sentirebbe tutti obbligati a salire, uno per volta, o tutti assieme, sul pulpito, ognuno a ribadire la stessa cosa, probabilmente tutti d'accordo sul fatto che, se tutti si è convinti della stessa cosa, allora quella cosa è giusta. Ma se nessuno dei presenti fosse competente su quella cosa? Allora quell'opinione sarebbe semplicemente la prima opinione possibile da una visione parziale dei fatti, che magari meriterebbe un'analisi più approfondita, mediata da qualcuno competente in materia (anche non il parroco, sia chiaro). Se a scuola non ci avessero insegnato che la Terra è tonda, e non ci avessero spiegato quali sono le cose che ci aiutano a capirlo, quanti di noi penserebbero che lo sia? E se qualcuno lo intuisse e tentasse di spiegarcelo, non lo prenderemmo per pazzo?
I social media però funzionano così. Il mio elettricista prende dei fatti parziali, leggendo i titoli dei giornali senza nemmeno andare in fondo all'articolo, e lancia su Facebook, sulla pubblica piazza, la sua opinione. Un'opinione allineata a quella generale dei suoi contatti sul social network. Se la maggior parte di questi pensano che il mare sia giallo, scriverà che è giallo, se invece pensano che sia arancione, scriverà che è arancione. Oppure farà il contrario, e sarà bollato come un pazzo ribelle (cosa che potrebbe anche accadere, e che magari a lui farà piacere, un modo come un altro di attirare l'attenzione, ci saranno anche quelli che, una volta che l'attenzione dal pulpito si affievolisca per eccesso di monotonia, vogliano comunque avere la stessa attenzione degli altri, se non di più, e decidano così).
Insomma, ognuno sui social dice la propria su qualsiasi cosa per non fare la figura di quello che non ha capito una fava, ed è più ignorante del suo vicino di casa. Perciò ci tiene ad affermare pubblicamente di avere lo stesso esatto grado di ignoranza del suo vicino. Oppure, al contrario, di essere l'unico intelligente in mezzo ad un branco di cretini, e cercando quindi l'approvazione di quanti si sentano intelligenti come lui.

P.s.
Io ho scritto questo articolo perchè in realtà sono più intelligente di tutti voi, compresi quelli che si sentono intelligenti. Tiè.
P.p.s.
Il p.s. era ironico.

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