Cos'hanno in comune queste donne?
Quello di essere straordinariamente donne, di essere orgogliosamente femminili e quello di raccogliere in sè le caratteristiche dell'esser donna che più si avvicinano ai luoghi comuni, ma con una personalità vera e forte, oltre a quello di essere tutti personaggi del mondo della musica. Insomma, sono delle super donne che dettano alle altre donne come essere per essere donne davvero, almeno quando vanno a ballare (i riferimenti femminili del sabato sera, non certo quelli della vita di ogni giorno e dell'impegno civile e politico). E quindi diventano modelli da seguire anche per chi "vorrebbe" essere donna. Attenzione, gli omosessuali non vogliono essere donne, quelli sono i transgender. Gli omosessuali sono uomini felici di essere tali, ma che possono amare, in determinate occasioni (come una serata in discoteca) mettere in luce la propria parte femminile ispirandosi al massimo della femminilità possibile, e qui entra in campo l'icona gay, che dev'essere quindi un personaggio divertente e leggero, trasgressivo e popolare. Raffaella Carrà, anche se ormai giunta ai 70 anni, continua ad essere perfetta per questo.
Quello di essere straordinariamente donne, di essere orgogliosamente femminili e quello di raccogliere in sè le caratteristiche dell'esser donna che più si avvicinano ai luoghi comuni, ma con una personalità vera e forte, oltre a quello di essere tutti personaggi del mondo della musica. Insomma, sono delle super donne che dettano alle altre donne come essere per essere donne davvero, almeno quando vanno a ballare (i riferimenti femminili del sabato sera, non certo quelli della vita di ogni giorno e dell'impegno civile e politico). E quindi diventano modelli da seguire anche per chi "vorrebbe" essere donna. Attenzione, gli omosessuali non vogliono essere donne, quelli sono i transgender. Gli omosessuali sono uomini felici di essere tali, ma che possono amare, in determinate occasioni (come una serata in discoteca) mettere in luce la propria parte femminile ispirandosi al massimo della femminilità possibile, e qui entra in campo l'icona gay, che dev'essere quindi un personaggio divertente e leggero, trasgressivo e popolare. Raffaella Carrà, anche se ormai giunta ai 70 anni, continua ad essere perfetta per questo.
La scelta di personaggi leggeri come icone gay è confermata dal fatto che in pochissime occasioni si sono espressi ufficialmente a sostegno della comunità non eterosessuale, in particolare la Carrà lo ha solo fatto nel 2010 inviando un messaggio per il decennale del Gay Village di Roma:
“Ogni creatura che rispetti le regole del vivere nella società e che non faccia del male a nessuno ha la libertà e il diritto di decidere le proprie scelte di vita. L’amore non ha sesso, età o condizione. Un grande abbraccio” e l'anno successivo all'Euro Pride, sempre a Roma, a cui non ha potuto partecipare (come era previsto) a causa di un problema di salute "Non essere al Circo Massimo mi è dispiaciuto, sono rimasta a casa perché non sto bene, ma ho mandato un messaggio di solidarietà e condivisione alla manifestazione. Detesto le discriminazioni, che senso ha prendersela con chi non fa male a nessuno? Ricordo ancora quanto soffriva il mio amico Don Lurio, che non poteva andare a trovare il suo compagno per paura di essere scoperto. E’ strano, ma ho sempre avuto un rapporto affettuoso con il mondo gay. Ricordo tanti anni fa quando un ragazzo mi scrisse che si stava per suicidare. Gli risposi che se non la piantava con quelle sciocchezze l’avrei ammazzato io".
IL PRESUPPOSTO: Le "icone gay" fanno parte del folklore dell'omosessualità, di una parte di questo universo che probabilmente molti gay non hanno mai neanche sfiorato, ma che si fa preponderante quando nei media si affronta questo tema (tralasciando spesso le difficoltà che chi non ha una sessualità riconosciuta come "standard" si ritrova ad affrontare in questa società). Non consideriamo perciò gli omosessuali come personaggi carnevaleschi, ma prendiamo atto che la giocosità ed allegria di molte loro manifestazioni pubbliche sono parte comunque della cultura moderna del mondo occidentale, e ci permettiamo perciò di soffermarci con leggerezza su temi futili come quello delle "icone gay". Se notaste in questo articolo, scritto in buona fede, termini non appropriati o riferimenti offensivi, vi invitiamo calorosamente a segnalarcelo tramite un commento, così come anche un eventuale apprezzamento, commento o quant'altro.
“Ogni creatura che rispetti le regole del vivere nella società e che non faccia del male a nessuno ha la libertà e il diritto di decidere le proprie scelte di vita. L’amore non ha sesso, età o condizione. Un grande abbraccio” e l'anno successivo all'Euro Pride, sempre a Roma, a cui non ha potuto partecipare (come era previsto) a causa di un problema di salute "Non essere al Circo Massimo mi è dispiaciuto, sono rimasta a casa perché non sto bene, ma ho mandato un messaggio di solidarietà e condivisione alla manifestazione. Detesto le discriminazioni, che senso ha prendersela con chi non fa male a nessuno? Ricordo ancora quanto soffriva il mio amico Don Lurio, che non poteva andare a trovare il suo compagno per paura di essere scoperto. E’ strano, ma ho sempre avuto un rapporto affettuoso con il mondo gay. Ricordo tanti anni fa quando un ragazzo mi scrisse che si stava per suicidare. Gli risposi che se non la piantava con quelle sciocchezze l’avrei ammazzato io".
IL PRESUPPOSTO: Le "icone gay" fanno parte del folklore dell'omosessualità, di una parte di questo universo che probabilmente molti gay non hanno mai neanche sfiorato, ma che si fa preponderante quando nei media si affronta questo tema (tralasciando spesso le difficoltà che chi non ha una sessualità riconosciuta come "standard" si ritrova ad affrontare in questa società). Non consideriamo perciò gli omosessuali come personaggi carnevaleschi, ma prendiamo atto che la giocosità ed allegria di molte loro manifestazioni pubbliche sono parte comunque della cultura moderna del mondo occidentale, e ci permettiamo perciò di soffermarci con leggerezza su temi futili come quello delle "icone gay". Se notaste in questo articolo, scritto in buona fede, termini non appropriati o riferimenti offensivi, vi invitiamo calorosamente a segnalarcelo tramite un commento, così come anche un eventuale apprezzamento, commento o quant'altro.
ecco qui: è un clichè!
RispondiEliminahttp://www.internazionale.it/superblog/regole/2013/06/19/matrimonio-gay-2/
Molto divertente!
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